Who is changing the planet - us or itself
by Emily Mela (2006) Liceo Sesto Properzio, Assisi/Italy on 2023-06-15



This article was written by Emily Mela (2006), Liceo Properzio Assisi/Italy, based on the cooperation with Margarita Schmidt (2006) and Anna Zoreva (2006), both from Gisela-Gymnasium München/Germany during an online workshop in March 2023.

The picture was created by Emily Mela.

 

WHO IS CHANGING THE PLANET: US OR ITSELF?

Natural disasters have been occurring since the formation of our planet, and they come in many different forms. Mankind has been battling these phenomena since its dawn, but it is hard to deny that in recent times, these natural disasters have been getting more frequent and destructive.

Is it an impression? Are natural disasters actually linked to climate change and its devastating consequences in our modern era?

An example is the deluge that began on the night of 14th July 2021, which killed more than 220 people in Europe, leaving a trail of destruction in Germany and Belgium, and damage in the Netherlands, Austria and Switzerland. It also caused billions of euros` worth of material damage. A new study shows that the record rainfall across Germany and Belgium was made up to nine times more likely by the climate crisis. This is because global greenhouse gases like carbon dioxide and methane have risen global temperatures sharply over the last 50 years which means warmer air, and warmer air can hold more water vapour than cooler air, so as storms ramp up and get ready to release water vapour in the form of rain, they have more to draw upon leading to heavier rain falls in an average storm. In addition to this phenomenon, as surface temperatures continue to rise, oceans will get warmer leading to larger storms and higher sea levels, summers will get hotter causing longer droughts and bigger wildfires. The Maldives, of which 80% sits only three metres above sea level, are at risk of sea level rise, so much so that they could become uninhabitable by 2050.

Extreme droughts like the one in Madagascar cause great damage to the ecosystems and push people to leave their home, leading to the “climate refugee” phenomenon. Arid places that receive little rain are receiving little to none because of global warming. Wildfires are more prominent than ever, like we have witnessed in Australia and in California. Not only do they do great damage to the forest and the surrounding area, causing thousands of dollars in property damage, they also release huge amounts of CO2 in the atmosphere, rendering the air unbreathable for weeks and sometimes even months afterwards.

It is critical for people to focus on resilience: resilience calls for strengthening of communities and systems to respond and adapt to this changing world. This could take the form of something large, like investing more time and money in emergency response systems so that no one is left stranded in the wake of a destructive wildfire or flood, or something small like working to supply solar panels to those who want them and minimising the carbon footprint of each homeowner.

Good governance of disaster risk is essential for making communities resilient to natural phenomena. This theory is already applied in many countries. For example, in the Netherlands, where rainfall is intense, there is a good control system in place for flooding; and in Japan, the country`s high level of earthquake risk is well managed.

The awareness brought to natural disasters and their consequences can help promote a global culture of disaster risk reduction. This is why The United Nations General Assembly has designated October 13th as the International Day for Disaster Risk Reduction, in line with the Sendai Framework for Disaster Risk Reduction 2015-2030 adopted at the Third UN World Conference. This is a huge step towards the acknowledgement of the natural disaster phenomenon, that now more than ever is a crisis that can no longer be ignored.

 

Sources:

wikipedia

activesustainability.com

www.undrr.org

TED-Ed on youtube

www.theguardian.com

ABC News on youtube

 

 

CHI STA CAMBIANDO IL PIANETA: NOI O SE STESSO?

I disastri naturali si verificano sin dalla formazione del nostro pianeta, e avvengono in molte forme diverse. L`umanità ha combattuto questi fenomeni fin dalla sua alba, ma è difficile negare che negli ultimi tempi questi disastri naturali siano sempre più frequenti e distruttivi.

È un`impressione? I disastri naturali sono effettivamente legati al cambiamento climatico e alle sue conseguenze devastanti nella nostra epoca moderna?

Un esempio è il diluvio iniziato la notte del 14 luglio 2021, che ha ucciso più di 220 persone in Europa, lasciando una scia di distruzione in Germania e in Belgio e danni nei Paesi Bassi, Austria e Svizzera. Inoltre ha causato danni materiali di miliardi di euro. Un nuovo studio dimostra che le precipitazioni record in Germania e in Belgio sono state rese fino a nove volte più probabili dalla crisi climatica. Questo perché i gas serra come l`anidride carbonica e il metano hanno aumentato drasticamente le temperature globali negli ultimi 50 anni, il che significa che l`aria è più calda, e l`aria calda può contenere più vapore acqueo dell’aria fredda; così come le tempeste si scatenano e si preparano a rilasciare vapore acqueo sotto forma di pioggia, hanno più da attingere, portando mediamente a piogge più pesanti in una tempesta. Oltre a questo fenomeno, poiché le temperature di superficie continuano a salire, gli oceani diventeranno più caldi, causando tempeste più grandi e l’innalzamento del livello del mare, le estati diventeranno più calde causando siccità più lunghe e incendi più grandi. Le Maldive, di cui l`80% si trova a soli tre metri sul livello del mare, sono a rischio inondazione, tantochè potrebbero diventare inabitabili entro il 2050.

Estreme siccità come quella in Madagascar causano gravi danni agli ecosistemi e spingono le persone a lasciare la propria casa, portando al fenomeno dei "rifugiati climatici". Luoghi aridi che ricevono poca pioggia ne stanno ricevendo pochissima o nessuna a causa del riscaldamento globale. Gli incendi sono più frequenti che mai, come abbiamo visto in Australia e in California. Non solo danneggiano gravemente la foresta e l`area circostante, causando migliaia di dollari di danni alle proprietà, ma rilasciano anche enormi quantità di CO2 nell`atmosfera, rendendo l`aria irrespirabile per settimane e talvolta anche per mesi.

È fondamentale che le persone si concentrino sulla resilienza: la resilienza richiede il rafforzamento delle comunità e dei sistemi di risposta e l’adattamento a questo mondo in evoluzione. Questo potrebbe assumere la forma di qualcosa di grande, come l’investimento di più tempo e denaro in sistemi di risposta alle emergenze in modo che nessuno rimanga bloccato sulla scia di un incendio distruttivo o in un’inondazione, o di qualcosa di più piccolo come lavorare per fornire pannelli solari a coloro che li desiderano, riducendo l`impronta di carbonio di ogni proprietario di abitazione.

La buona gestione del rischio di catastrofi è essenziale per rendere le comunità resilienti ai fenomeni naturali. Questa teoria è già stata applicata in molti paesi. Ad esempio, nei Paesi Bassi, dove le precipitazioni sono intense, esiste un buon sistema di controllo per le inondazioni, e in Giappone, l`alto livello di rischio sismico del paese è ben gestito.

La consapevolezza dei disastri naturali e delle loro conseguenze può contribuire a promuovere una cultura globale di riduzione del rischio di catastrofi. Per questo l`Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 13 ottobre come Giornata Internazionale per la Riduzione del Rischio Disastri, in linea con il Quadro di riferimento di Sendai per la Riduzione del Rischio Disastri 2015-2030 adottato nella Terza Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite. Si tratta di un passo enorme verso il riconoscimento dei fenomeni di calamità naturale, che oggi più che mai è una crisi che non può essere ignorata.

 

Fonti:

wikipedia

activesustainability.com

www.undrr.org

TED-Ed on youtube

www.theguardian.com

ABC News on youtube